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 Mettere a fuoco l’universo
di Luca Latronico
 a.
 a.Mappa composta della supernova W44. L’emissione gamma registrata da Fermi, in viola, è sovrapposta a osservazioni in X (blu) del satellite Rosat, infrarosso (rosso) di Spitzer e radio (arancione) del Very Large Array (Socorro, New Mexico). La risoluzione nell’immagine gamma è inferiore a quella di altre osservazioni, perché la misura della radiazione di questa energia richiede di convertire i fotoni gamma in coppie di elettrone e positrone le cui tracce vengono perturbate dagli urti che subiscono con i nuclei del convertitore.
Nelle osservazioni scientifiche ci si dota di un modello matematico della risposta dello strumento in un singolo punto luminoso, chiamato point spread function (Psf), che descrive come un singolo punto venga “spalmato” su un’area più grande a causa di effetti strumentali. La Psf si ottiene attraverso simulazioni e calibrazioni dirette degli strumenti e la sua formulazione analitica consente di elaborare la risposta a immagini morfologicamente complesse e di analizzare le osservazioni in maniera quantitativa, per esempio per contare quanti fotoni associare a ciascuna sorgente nel campo di vista o all’interno di una struttura estesa e complessa come il resto di una supernova. L’astrofisica moderna misura l’intero spettro elettromagnetico, dalle emissioni infrarosse, legate alla temperatura delle stelle e con energie di millesimi di eV (meV), fino alla radiazione X e gamma da mille (keV) a mille miliardi (TeV) di volte più energetica del visibile (vd. in Asimmetrie n. 10 Il lato oscuro dell'universo, ndr). Per studiare i fotoni gamma di origine cosmica, i messaggeri per noi più interessanti perché associati a enormi trasferimenti di energia nell’universo, l’Infn ha costruito il “tracciatore a microstrip di silicio” più grande per lo spazio, di ben 73 m2 di superficie attiva. È il Large Area Telescope (Lat), che opera sul satellite Fermi a 560 km di altitudine, fuori dello schermo dell’atmosfera terrestre (vd. in Asimmetrie n. 10 Il cielo inquieto, ndr). Il Lat è disegnato per misurare l’energia e la direzione dei fotoni attraverso la loro conversione in coppie elettrone-positrone. Per fotoni con energia di alcune centinaia di MeV la risoluzione angolare dell’apparato è di qualche grado e migliora fino a un decimo di grado per energie maggiori di 1 GeV. Selezionando i fotoni di alta energia si possono quindi ottenere immagini delle sorgenti con migliore risoluzione. I telescopi per raggi X, come Chandra o Xmm, invece, sono dotati di specchi riflettenti a incidenza radente, in grado di focalizzare i fotoni su speciali sensori di raccolta ad altissima granularità. La loro risoluzione si aggira pertanto intorno a valori tipici di qualche decina di arcosecondo. Di recente l’Infn ha introdotto un nuovo rivelatore di radiazione X, il gas pixel detector (Gpd), che per la prima volta permette di misurare efficacemente la polarizzazione della radiazione incidente, fortemente legata alla geometria della sorgente. I Gpd sono il cuore di una nuova classe di missioni spaziali come quella recentemente approvata dalla Nasa, Ixpe, capaci di realizzare vere e proprie mappe di polarizzazione della radiazione emessa da sistemi con campi gravitazionali e magnetici estremi, come buchi neri e stelle di neutroni.
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 b.Il cielo gamma di Fermi osservato ad alta (sinistra) e altissima energia (destra), con un ingrandimento della zona del centro galattico e delle Fermi Bubbles, una sorgente estesa 50.000 anni luce di natura ignota, che potrebbe essere il residuo dell’eruzione preistorica di un buco nero super-massiccio al centro della Via Lattea. Il confronto tra le immagini mostra l’effetto combinato del flusso delle sorgenti, che cresce molto velocemente a bassa energia e determina la maggiore intensità e numero di sorgenti nella mappa di sinistra, e della risoluzione del Lat, che migliora ad alta energia e permette di avere immagini più nitide quando utilizziamo solo i fotoni di altissima energia (a destra).
Biografia 
Luca Latronico è un ricercatore dell’Infn a Torino. Per scoprire da dove arrivano i raggi cosmici e come è fatta la materia oscura, progetta rivelatori per la fisica astroparticellare. Ha lavorato a Pisa, Genova e Torino per l’esperimento Cms a Lhc, l’osservatorio Auger in Argentina e le missioni spaziali Fermi, di cui è responsabile italiano, e Ixpe.
 Link
 https://www.nasa.gov/content/fermi-gamma-ray-space-telescope
 https://wwwastro.msfc.nasa.gov/ixpe/index.html
DOI: 10.23801/asimmetrie.2017.22.5
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